La madre di tutte le guerre

Primo conflitto mondiale 1914-1918

di Antonio Moscato

Era stata presentata come “la guerra che metterà fine a tutte le guerre”: la spartizione del mondo che la concluse, e che confermava gli obiettivi predatori di tutti quelli che l’avevano voluta, ha invece innescato le micce per molti conflitti, per altre tragedie. È diventata, appunto, la madre di tutte le guerre future…

Il libro parte dalla ricostruzione delle cause reali che l’hanno provocata: oltre al desiderio di rimettere in discussione la suddivisione dei Balcani e del mondo coloniale concordata tra il 1878 e il 1885 a Berlino, c’erano l’illusione di poter usare il conflitto ai fini interni (la “guerra come igiene del mondo”) e una straordinaria incapacità di tutti i governi e degli alti comandi di prevedere le caratteristiche che avrebbero inevitabilmente preso i combattimenti tra le forze sostanzialmente equivalenti nel numero e nella tecnica militare, rendendo impossibili i sogni di “guerra lampo”. Ottusità e cinismo, disprezzo per la carne da cannone, spedita ad attaccare trincee imprendibili, si riscontrano in tutti gli alti ufficiali dei due schieramenti. In Italia, la coercizione su soldati male addestrati e spesso analfabeti tentava di nascondere la più forte impreparazione delle gerarchie militari. E quei metodi, combinati con la violenza di una minoranza interventista sul Parlamento, crearono le premesse del fascismo.

Saranno solo le avvisaglie della rivoluzione russa del 1917, combinate con gli ammutinamenti francesi e lo sfaldamento dell’esercito italiano a Caporetto di fronte a forze tutt’altro che preponderanti, a costringere gli alti comandi a risparmiare un po’ di uomini e a ridurre le decimazioni e fucilazioni arbitrarie, che avevano caratterizzato i primi anni di guerra.

Il libro dà ampiamente conto di quegli orrori, riallacciandosi alla tradizione antimilitarista di quella minoranza del Movimento operaio internazionale che ebbe il coraggio di dire: il nemico è il nostro paese.